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Arturo Tallini: CHANGES

 (Naxos)

Con il progredire del 21° secolo, il repertorio a disposizione della chitarra solista continua a guadagnare in profondità e qualità, con la musica acustica ed elettronica che godono di una convivenza sempre più confortevole. Ciò non vuol dire che la musica in sé sia confortevole, ma che i compositori stanno trovando modi sempre più fantasiosi di esplorare e integrare gli elementi a loro disposizione. Questo recital di Arturo Tallini esamina approcci contrastanti nella scrittura dello strumento, dalle sequenze oniriche di Steve Reich e John Cage agli approcci percussivi e più spigolosi di Elliott Carter e Arthur Kampela.

 

Tallini inizia con un classico riconosciuto del repertorio della chitarra elettrica. L’etichetta “minimalista” applicata così spesso alla musica di Steve Reich può essere fuorviante, poiché mentre le sue origini risiedono in loop e frammenti melodici compatti, la somma delle sue parti è un’esperienza corposa. Così è con Electric Counterpoint, un lavoro in tre movimenti commissionato dal Next Wave Festival della Brooklyn Academy of Music per il chitarrista Pat Metheny. Il brano è scritto scritti per un solista che suona  insieme a un massimo di12 parti preregistrate. Reich aveva già scritto per flauto (Vermont Counterpoint) e clarinetto (New York Counterpoint) prima di completare questo lavoro per 10 parti di chitarra e due parti di basso nel 1987. 

Nell'esecuzione dal vivo, il solista suona la sua parte in contemporanea  con il nastro pre-registrato. 

In questa registrazione Arturo Tallini rende omaggio a un caro amico, Domenico Ascione, (morto nel 2017) usando la registrazione delle 12 parto effettuata dallo stesso Asciole su nastro. Reich utilizza una struttura classica convenzionale di tre movimenti: veloce-lento-veloce. Il primo movimento utilizza un tema “derivato dalla musica del Corno d'Africa centrale”, presentato al compositore dall’etnomusicologo Simha Arom. Si basa su un canone a otto voci, che genera armonie pulsanti che spettano armonie pulsanti sottostanti la parte del solista; nel frattempo, il solista evidenzia schemi melodici risultanti dal contrappunto generato tra le parti.

Il secondo movimento dimezza il tempo, cambiando tonalità per introdurre un nuovo tema che si basa sulle parti canoniche dell'ensemble Ancora una volta il solista fa emergere schemi melodici distinti, sostenuti armonicamente dalle restanti parti. Per il terzo movimento Reich ritorna al tempo e alla tonalità del primo, introducendo un nuovo pattern in tempo composto e semplice contemporaneamente, godendo delle combinazioni ritmiche che questo offre. Qui le melodie operano a velocità diverse, danzando in sincopi mescolate.

 

Il pionieristico compositore e filosofo musicale americano John Cage non scrisse musica per la chitarra. Nella sua musica per pianoforte preparato, però, si avvicina spesso alle sonorità dello strumento acustico, e queste qualità sono riconosciute in due trascrizioni dai primi lavori dell'americano realizzate da Arturo Tallini presenti in questo album. Originariamente concepito come parte di She is Asleep, un duo per voce e pianoforte preparato del 1943, A Room fu estratto come pezzo autonomo per pianoforte. La trascrizione di Tallini assegna alla parte grave un suono riverberante simile a quello di un oud, mentre gli armonici nel registro alto offrono un contrasto etereo. Le note di Cage per il pezzo rivelano uno schema ritmico complesso  4, 7, 2, 5; 4, 7, 2, 3, 5 – che suona molto naturale in riproduzione.

Dream, composta nel 1948 ed eseguita per la prima volta al Black Mountain College, nella Carolina del Nord, ha una struttura più consistente. Essendo un pezzo per pianoforte lento ed espansivo, è stato utilizzato per affiancare la coreografia di Merce Cunningham, ma come per gran parte della musica di Cage, la sua versatilità ha prodotto arrangiamenti per altre combinazioni strumentali. Questa trascrizione gode degli elementi sostenuti della singola linea melodica, la melodia spesso cambia passo dopo passo mentre galleggia sul riverbero…

 

Percussion Study n.3 (da non confondere con il più noto n. 1) di Arthur Kampela è un pezzo ai limiti: limiti esecutivi e limiti della percezione, in quanto costruito su una texture fatta di micro gestì compositivi, timbrici e ritmici che quasi racconta l’inafferrabile ritmo di una giornata newyorkese; un flusso continuo di evocazioni emerge dalla musica d’avanguardia, dal samba, dal rumore, dal tango… La chitarra sembra entrare indiscreta nel mondo percettivo dell’ ascoltatore attraverso una miriade di frammenti finchè nel catartico finale, la voce del chitarrista richiama ad una quiete straniante e paradossalmente inquietante: così, il finale richiamo al silenzio lascia attonito e solo l’ascoltatore.

 

Scritto da James Dashow per Arturo Tallini, iPiece è un grande affresco per chitarra e suoni elettronici ottofonici. Il brano moltiplica a dismisura la chitarra, facendone un vero ‘strumento aumentato’ e creando sezioni contrastanti, da un lirismo siderale ad un dialogo dati tratti spigolosi, dal ritmo imprevedibile che appare come inarrestabile. Ipiece nasce nella mente del compositore come piece satirica quasi teatrale, in cui l’interprete agisce attorialmente oltre che suonare. Nel CD si ascolta la versione solo musicale, la prima ad essere stata composta dal grande compositore americano.

 

 

 

 

 

 

 

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